PREPARAZIONE DEL TERRENO E TECNICA DELLE AIOLE PERMANENTI PER CREARE UN ORTO FERTILE

on Novembre 27 | in Cura delle Piante, Orto Biodinamico | by | with No Comments

La preparazione del terreno alla coltivazione dell’orto avviene vangando o arando il terreno. Queste operazioni vengono svolte per decompattare il terreno e per incorporare i resti delle coltivazioni precedenti o le erbe infestanti e i fertilizzanti.

vangatura-orto

Gli organismi terricoli, molto importanti per la fertilità del suolo, vengono però spesso danneggiati da queste pratiche.

Gli organismi terricoli vivono solitamente in comunità vicino alle radici delle piante o sulla sostanza organica in condizioni ottimali di acqua e ossigeno. Inoltre luce e anidride carbonica non devono superare certi livelli.

In natura in realtà esiste il rimescolamento del terreno da parte della fauna terricola ma è poco efficace. Questa infatti incorpora i residui vegetali superficiali nello strato di terreno nel quale sono presenti le radici ma lo fa in modo poco energico.

Il lavoro degli organismi ha anche altri effetti positivi in quanto mantiene il terreno permeabile ad aria e acqua impedendone l’accumulo.

In natura l’azione dell’aratro o della vanga non è riprodotta in nessun modo; la natura lavora infatti in modo efficiente ma con le risorse delle quali dispone. Se si intende quindi faticare di meno nell’orto è possibile imitarla utilizzando la tecnica della coltivazione su aiole permanenti.

Questa tecnica consiste nel predisporre delle aiole nelle quali effettuare le colture le quali, non venendo calpestate (se non nella loro preparazione) non si compatteranno.

Un terreno non compattato ha buona porosità e quindi facilita la penetrazione dell’acqua, la circolazione dell’aria e la crescita delle radici: condizioni necessarie perché il terreno sia ospitale alla vita. Un terreno non compattato non ha bisogno di essere né arato né vangato.

  1. La realizzazione di un’aiola permanente

La realizzazione delle aiole permanenti e il loro mantenimento avviene innanzitutto verificando che il terreno di partenza non sia compattato ed eventualmente procedere per decompattarlo lavorando le zolle con la forca a denti piatti prima e poi con quella a denti curvi. Alternativamente si può usare la fresa o l’aratro, ma solo in fase di preparazione iniziale e eseguendo poi anche una ripuntatura per rompere una probabile suola di lavorazione. Si avrà quindi uno strato soffice e ospitale per radici e organismi terricoli.

orto

L’operazione di decompattamento va fatta una sola volta e vale per sempre se si procederà seguendo la tecnica delle aiole permanenti.

Se proprio non fosse possibile decompattare il terreno si può apportare terra soffice per allestire aiole alte 20-30 cm così che l’azione degli organismi terricoli migliori le condizioni del terreno sottostante e permettendo comunque all’apparato radicale di svilupparsi in un terreno idoneo.

Si procede poi con l’allestimento delle aiole utilizzando un rastrello o una forca a denti curvi per accumulare il terreno e formando aiole larghe un metro circa (dev’essere facile raggiungere il centro dell’aiola) e alte almeno 10 cm separate da vialetti larghi circa 40-60 cm (larghi quanto basta per poter passare: è l’unica parte dell’orto calpestabile).

Si apporterà della terra per elevare le aiole e renderle soffici così da poter ospitare le piante e le loro radici.

Se il terreno è già soffice è possibile creare le aiole a livello del piano di campagna.

A questo punto, possibilmente con il terreno in tempera, si procede distribuendo sulle aiole del fertilizzante e interrandolo con l’uso di una forca a denti curvi (“pettinando” il terreno), in seguito la fauna terricola lo ridistribuirà e ingloberà nel terreno in base alle esigenze.

I fertilizzanti adatti a questa operazione hanno la consistenza del terriccio (letame e compost maturi) oppure sono in scaglie, in polvere o a dadini (stallatico). Il letame e il compost immaturi invece non sono adatti a questa tecnica di coltivazione e richiedono l’uso del motocoltivatore. Lo stesso vale per interrare un erbaio da sovescio. La quantità adatta di fertilizzante è quella che permette di colmare le perdite annuali di principi nutritivi.

Si procederà poi con l’eventuale posizionamento dell’impianto di irrigazione a goccia e all’eventuale posizionamento della pacciamatura.

irrigazione-orto

Infine si procede con la semina o con il trapianto delle colture.

Quando si riprendono le coltivazioni e quando necessario prima di una nuova coltivazione si lavora il terreno con un rastrello o con una forca a denti curvi per pianeggiare la superficie dell’aiola possibilmente con il terreno in tempera. Si potrà poi procedere con una nuova coltivazione.

  1. Le aiole rialzate
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La realizzazione di aiole sopraelevate è preferibile in quanto possiede dei vantaggi. In primo luogo costringe a non calpestare l’area così da non compattare il terreno.

Inoltre l’aiola sarà costituita da uno strato di terreno soffice sopra al quale è posizionato un altro strato di terreno anch’esso soffice creando spazio a disposizione delle radici delle colture. Ancora più importante nei terreni che tendono ad allagarsi. L’altezza dell’aiola può essere maggiore o inferiore di quella consigliata, in base alle esigenze.

sdr
pacciamatura foglie

L’ideale per le aiole permanenti è coltivare con la tecnica della pacciamatura così da evitare formazione di crosta, erosione e esposizione diretta dei raggi del sole rendendo più favorevoli le condizioni per l’attività degli organismi terricoli che miglioreranno la struttura del terreno.

Senza la pacciamatura sarà più probabile la formazione di crosta che sarà necessario rompere con la sarchiatura. Inoltre cresceranno sull’aiola erbe infestanti che andranno tenute sotto controllo a mano.

irrigazione a pioggia

L’irrigazione può essere a pioggia, a goccia o per infiltrazione da solco (con aiole più larghe di 20 cm circa e con unico solco al centro), quest’ultima sconsigliata perché tende a favorire la formazione di crosta e l’erosione.

La coltivazione di ortaggi come patata e porro è più difficile con questa tecnica poiché richiedono l’imbianchimento con riporto di terra (con danneggiamento dell’aiola).  Eccezione per la patata per la quale si può eseguire l’imbianchimento senza riporto di terra con la pacciamatura. Anche la raccolta di questi ortaggi è più difficoltosa e tende a danneggiare l’aiola.

La coltivazione di fagiolo e pisello è consigliata a fila singola così da consociarli, nelle prime settimane, con colture basse e a ciclo breve (spinacio, lattuga, barbabietola, cavolo rapa, barbabietola da coste, cavolo cappuccio).

Se ci troviamo di fronte a aiole già pacciamate in telo o cartone o giornali ed abbiamo necessità di fertilizzare il terreno questa può essere tolta e nuovamente stesa.

Se la pacciamatura è di materiale molto permeabile invece, come paglia o erba secca o legno cippato è possibile procedere come per le altre oppure non rimuovendola e spargendo sopra il fertilizzante (letame, compost, stallatico, ecc se in forma polverulenta a scaglie o terriccio).

Quando si termina una coltivazione le piante vanno tagliate al colletto in modo che le radici restino nel terreno nutrendo gli organismi terricoli che ne decompongono i nutrienti. I fusti e le foglie potranno essere sminuzzati e immessi nel compost. Nel caso ci siano piante colpite da malattie dell’apparato radicale (verticillosi, fusariosi, rizottoniosi ecc) vanno estirpate e distrutte.

Periodi di inattività

Nei periodi di inattività l’aiuola va riparata dalla luce diretta del sole e quindi coperta con materiale possibilmente permeabile a aria e acqua e possibilmente che fornisca anche nutrimento agli organismi terricoli a esempio paglia, erba secca, legno cippato, cartone, fogli di giornale o teli.

Anche in natura infatti il terreno durante il periodo invernale normalmente si copre con le foglie degli alberi e con la vegetazione: terreno e organismi non amano i raggi del sole diretti e nemmeno la pioggia battente.

Se l’orto non è organizzato in aiole permanenti ci sarà a fianco di ogni fila un piccolo passaggio per poter zappare ed eseguire gli altri lavori. Il calpestio di queste zone provocherà inevitabilmente il compattamento del terreno che in autunno-inverno raggiungerà l’apice: inoltre l’acqua caduta in eccesso non potrà essere allontanata con conseguente formazione di pozzanghere.

Nel momento di preparare nuovamente le aiole per le nuove coltivazione quindi ci si troverà di fronte un terreno compattato che andrà lavorato con il motocoltivatore o con una vangatura seguita da una zappatura.

Nei passaggi si otterranno quindi zolle piccole e apparentemente adatte ad accogliere i semi o le piantine ma comunque compattate ma poco fertili poiché poco permeabili ad aria e acqua (con pochi canali e pori) e quindi poco accoglienti per le radici che avranno sviluppo stentato con conseguenze sulla crescita delle piante.

La tecnica delle aiole permanenti permette di prevenire tutti questi inconvenienti e quindi la perdita di fertilità del suolo.

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