Il Rosmarino

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Rosmarinus officinalis

Nome scientifico: Rosmarinus officinalis

Famiglia: Lamiaceae (ex Labiatae)

Breve storia e note botaniche sulla pianta
Il rosmarino appartiene al genere Rosmarinus, famiglia delle Lamiaceae , il suo nome scientifico è Rosmarinus officinalis. Originario dei paesi del Mediterraneo si ritrova spontaneo lungo la fascia costiera e fino a 1500 m s.l.m.
L’etimologia del suo nome è abbastanza controversa: secondo alcuni deriverebbe dal latino ros (rugiada) e maris (mare) vale a dire “rugiada del mare”, secondo altri dal latino rhus (arbusto) cioè “arbusto di mare”.
Pianta arbustiva che raggiunge altezze di 50–300 cm, con radici profonde, fibrose e resistenti, ancorante; ha fusti legnosi di colore marrone chiaro, prostrati ascendenti o eretti, molto ramificati, i giovani rami pelosi di colore grigio-verde sono a sezione quadrangolare.
Le foglie, persistenti e coriacee, sono lunghe 2–3 cm e larghe 1–3 mm, sessili, opposte, lineari-lanceolate addensate numerosissime sui rametti; di colore verde scuro sulla pagina superiore e più chiaro su quella inferiore per la presenza di peluria bianca; hanno i margini leggermente revoluti; ricche di ghiandole oleifere.
I fiori ermafroditi sono sessili e piccoli, riuniti in brevi grappoli all’ascella di foglie fiorifere sovrapposte, con fioritura da marzo ad ottobre, nelle posizioni più riparate ad intermittenza tutto l’anno.
Ogni fiore possiede un calice campanulato, tomentoso con labbro superiore tridentato e quello inferiore bifido; la corolla di colore lilla-indaco, azzurro-violacea.
L’impollinazione è entomofila poiché avviene tramite insetti pronubi, tra cui l’ape domestica, attirati dal profumo e dal nettare prodotto dai fiori.
I frutti sono composti da quattro acheni (tetracheni), con acheni liberi, oblunghi e lisci, di colore brunastro.
Nel genere Rosmarinus ritroviamo solo il Rosmarinus officinalis ma esistono numerose varietà che si differenziano per la maggiore o minore aromaticità e per il portamento. Tra di essere ricordiamo il Rosmarinus officinalis prostratus molto utilizzato come pianta ornamentale perché come dice il nome stesso ha un portamento prostrato.

rosmarino prostrato

Rosmarinus officinalis prostratus

Esigenze pedoclimatiche
Necessita di terreni franco-limosi-sabbiosi, ben drenati con un’esposizione pieno sole, per una buona produzione di olio eterico (essenziale).

Cure colturali
Solo all’impianto regolari innaffiature, e leggera cimatura.
A maturità  solo innaffiature di soccorso, e potature  alla ripresa vegetativa, per completare l’accrescimento. Mai potature drastiche sul legno vecchio.

Propagazione
Seme: In vassoi con un terriccio misto sabbia (50% sabbia silicea, 50% Terriccio per semina), in primavera è il periodo ottimale, particolare attenzione necessita l’interramento visto l’esigua dimensione del seme, innaffiatura giornaliera, umidità costante 60-65%, temperatura costante 15°C-18°C. Condizione ideale in tunnel con riscaldamento basale (a pavimento) e sistema di nebulizzatori per l’umidità costante (mist).
Nel periodo maggio-giugno si effettua il trapianto dei nuovi piantini (h.:2-3cm);
Tale metodo è da preferirsi per chi pratica il metodo Biodinamico, perché garantisce la variabilità del genotipo.

Talea semi-legnosa: Si effettua in primavera. Le talee devono essere lunghe 15-20 cm, prelevate al colletto della pianta da esemplari in buona salute e vigorose. Vanno piantate per almeno i 2/3 della loro lunghezza in un miscuglio di torba e sabbia, avendo cura di eliminare le foglie della parte che andrà sottoterra, e tenute in serra fresca (circa 10°C) fino a quando non saranno radicate (impiegano circa due mesi). Saranno trapiantate nella loro sede definitiva la primavera successiva.

Divisione
Si effettua in primavera su giovani piantine di 1-2 anni. Per alcuni mesi verranno gestite in contenitore in luogo ombreggiato fresco , per poi essere trapiantate in pieno campo entro il mese giugno.
La densità d’impianto dovrà essere di 1,5 – 2 piante/mq.

Concimazioni
Concimazione di fondo con letame ben compostato. Essendo una pianta spontanea  e molto rustica non necessita di particolari concimazioni periodiche.

 Lavorazioni
In base alla densità d’impianto (consigliata 1,5-2 piante mq), nei primi tre anni dall’impianto necessita di lavorazioni di sarchiatura sulla fila per la gestione delle infestanti, si consiglia l’uso di interceppi con mini-roter, oppure con sarchiatore manuale. Sulla fila evitare l’uso di fresatrice se non combinata con un passaggio precedente di un ripper di profondità.

Tortrix pronubana

Tortrix pronubana

Avversità
In pieno campo, essendo la pianta molto rustica è anche resistente alle principali malattie crittogamiche. Raramente si verificano lievi attacchi di Ascochyta Rosmarini. Come parassiti animali si possono riscontrare il lepidottero Tortrix pronubana con attacchi ai giovani getti e foglie, ed il coleottero Chrysolina americana, su fusti e foglie.

chrysolina

Chrysolina american

Si registra invece  un aumento delle fitopatie dovuto alla crescita esponenziale della produzione di aromatiche in contenitore di rosmarino, salvia, timo, menta. In particolare nel distretto florovivaistico di Albenga, come ha registrato il S.I.F.A. di Savona ormai la produzione supera i 10 milioni di vasi/anno.

MALATTIA PARASSITA DIFESA BIOLOGICA
Malattie fungine
Mal bianco  Oidium sp Zolfo, Ampelomyces quisqualis (*)
Alternaria Alternaria sp Sali di rame, ventilazione
INSETTI
Afidi Specie diverse Piretro
Tripidi Specie diverse Piretro
VIRUS
Alfa-Alfa Alfa-alfa mosaic virus Eliminazione piante infette

(*) in via di registrazione
Suggerimenti per la coltivazione biologica e consociazioni
Il Rosmarino come altre aromatiche, ad esempio la Salvia, il Timo e la Menta piperita, è una buona consociazione per i cavoli e carote.

Produzione, raccolta e conservazione
Il Rosmarino dovrebbe essere tagliato ogni tre anni per distillarne l’essenza (olio eterico).

La qualità può differire per  zona di provenienza e periodo di raccolta, normalmente la si trova nei mesi estivi, più caldi, lontani da piogge persistenti, nei terreni sciolti della macchia mediterranea.
Pur perdendo parte delle proprietà aromatiche, il Rosmarino può essere conservato in luoghi ventilati ed ombrosi facendolo essiccare per una decina di giorni, ad una temperatura tra i 18°C e i 25°c.

Usi alimentari
Nell’antichità il Rosmarino veniva utilizzato soprattutto nella sua accezione rituale, come tramite tra la parte terrena e la componente divina.
Soltanto col Rinascimento si scopre la sua valenza in cucina soprattutto nella cottura delle carni. Oggi, nella cucina italiana se ne fa gran uso per la preparazione di svariate pietanze. A dimostrazione di quanto appena detto c’è la crescente domanda riscontrata nella Grande Distribuzione.

Biodinamica
Nella fase d’impianto usare compost molto maturo con i preparati.
Trattare con il preparato 500, cornoletame, prima e dopo l‘impianto.
Utilizzo del preparato 501, cornosilice, periodicamente e prima della raccolta.

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