Attrezzi per la lavorazione del terreno

on Marzo 12 | in Progettare Giardino Biologico | by | with No Comments

Anche se al piccolo orticoltore bastano pochi attrezzi, sarebbe qui un grave errore voler risparmiare. Essi devono essere di ottima qualità, adatti allo scopo, maneggevoli. Si può ritenere che l’uso di vanga e rastrello sia conosciuto; altri attrezzi sono meno comuni, ma acquistano crescente importanza nell’orticoltura biologica.

Ne fanno parte la forca ricurva conosciuta da tempo in alcune regioni dell’Europa centrale, la nota forza a badile e, non ultimo, il nuovo scavatore SZ o “grufolatore”. Questi attrezzi non solo risparmiano fatica, ma lasciano anche intatta la struttura del terreno, contribuendo così alla sua vivificazione. Diamo qui alcune indicazioni sui singoli attrezzi per farne meglio comprendere l’uso:

Forca a badile: attrezzo a mano, con manico in legno (a T), quattro robusti denti appiattiti in acciaio. Serve, come la vanga, per scavare ma con minore fatica. Per sarchiare: conficcare nel suolo, poi afferrare la forca per il manico, muovere avanti e indietro, anche di lato per rompere uno strato duro di terreno.

Scavatore SZ (grufolatore); zappa in acciaio, falciforme, con zampa d’oca. Attrezzo con manico. Lavora come l’erpicatore, ma è più facile da maneggiare, perché ha un solo binario. Con giusta inclinazione ha una presa profonda e richiede il minimo dispendio di forza; la zampa d’oca consente di mantenere la profondità di penetrazione ed evita che nell’estrazione la terra scivoli via. Per sarchiatura superficiale che non danneggia il terreno. Prestazioni secondarie: facilita l’estirpazione delle erbe infestanti e la raccolta di piante a tubero e a radice.

Indicazioni per la lavorazione del terreno senza vangatura: per prima cosa si tiri lo scavatore SZ da A verso B a distanze da 10 a 12 cm, camminando all’indietro sul bordo dell’aiuola.

 

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