Preparazione dei miscugli

Preparazione dei miscugli

on Dicembre 2 | in Orto Biodinamico | by | with No Comments

L’impiego di miscugli si rende necessario per abbassare il costo dei substrati e/o per migliorare alcune caratteristiche dei componenti originali.

Ad es. si possono aggiungere: torba, vermiculite, fibra di cocco, terricci di bosco e di foglie, segatura e pula di riso per aumentare la capacità di ritenzione idrica; perlite, polistirolo, sabbia grossolana, argilla espansa, tufi vulcanici, corteccia di pini grossolana e aghi di pino per aumentare la porosità libera e il drenaggio; torba bionda e terra di brughiera per innalzare l’acidità; più elevati quantitativi di materiale organico o idonee quantità di terreno argilloso per aumentare la CSC e il potere tampone; substrati a bassa velocità di decomposizione per favorire maggiore durata e stabilità.

Nella tab. 18 si riportano, a titolo indicativo, alcune proprietà fisiche di miscugli ottenuti con quantità diverse di torba e altri materiali organici e inorganici.

A questo proposito sembra opportuno segnalare che le caratteristiche dei miscugli rappresentano raramente la media di quelle dei componenti impiegati in quanto con la miscelazione vengono modificati gli assetti tra le singole particelle e di conseguenza le relazioni di carattere fisico e chimico.

Preparazione dei miscugli

In generale, per quanto riguarda la dotazione di principi nutritivi, sono da preferire miscugli relativamente poveri, al fine di poter meglio gestire la coltura, apportando i nutrienti (tipi e quantitativi) nei momenti più idonei al soddisfacimento delle richieste delle diverse specie.

Il giusto rapporto tra i diversi costituenti di un miscuglio varia anche in funzione delle condizioni ambientali in cui si opera, infatti, in condizioni di temperature elevate, per evitare rapido essiccamento, è razionale l’impiego di componenti che possiedano la maggiore capacità di ritenzione idrica e non permettano veloce evaporazione (es. torba) e che nello stesso tempo garantiscano resistenza alla decomposizione (es. aghi e scorza di pino).

Quando, invece, si opera in ambienti umidi e con bassa radiazione solare dovranno essere preferiti i componenti caratterizzati da buona porosità per garantire buon drenaggio, con conseguente rapido sgrondo delle acque in eccesso.

In questo caso si dovranno aggiungere substrati più grossolani rappresentati ad esempio da sabbia, pomice, trucioli di legno, argilla espansa, polistirolo espanso.

Le esigenze fino ad ora sinteticamente esposte, portano alla formulazione di miscugli per la cui preparazione dovrà essere necessariamente previsto l’impiego di macchine idonee all’ottenimento di una massa omogenea più facilmente mescolabile, sufficientemente umida e con buona calibratura delle particelle (es. trinciatrici, mulini, vagli rotanti, setacci, umidificatori). Ciò al fine di ricavare un prodotto standard con caratteristiche note e costanti nel tempo.

Tale condizione permetterà di definire con più precisione interventi per la conduzione della coltura impostando, ad esempio, programmi razionali di irrigazione e concimazione che risulteranno più confacenti alle diverse specie nelle diverse fasi fenologiche.

Queste modalità operative hanno condotto alla preparazione di un numero ridotto di miscugli validi per molte specie che, pur non fornendo sempre risultati ottimali, rivestono un certo interesse (es. John Innes Compost, U.C. soil mix, Cornell peat-lite mixes).

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