Il cotogno ornamentale

on Gennaio 19 | in Progettare Giardino Biologico | by | with No Comments

SCHEDA TECNICA

Chaenomeles x superba è un ibrido tra Chanomeles japonica e C. speciosa ed è originario dalla Cina e Giappone. E’ un arbusto caducifoglio, spinoso e molto ramificato, cresce lentamente impiegando anche 10-15 anni per arrivare a 1,20-1,50 m di altezza e 2 di larghezza. E’ coltivato per la vistosa e precoce fioritura primaverile.

Appartiene alla famiglia delle Rosaceae.

Fogliame: le foglie sono alterne, decidue, ovate, lunghe sino a 6 cm.

Fiori: a coppa, con 5 petali, possono essere semplici o doppi; compaiono, in mazzetti, tra marzo e aprile.

Frutti: prima verdi e poi gialli, hanno l’aspetto di piccole mele; commestibili una volta cotti, essendo profumati un tempo venivano messi in armadi e cassetti per profumare la biancheria.

 

Il cotogno ornamentale o Chaenomeles x superba, è un arbusto che è stato molto usato nei giardini del secolo scorso. In seguito è passato di moda e solo negli ultimi tre o quattro anni sembra essere tornato a riscuotere un certo interesse. Il momento di massimo splendore avviene all’inizio della primavera quando schiude fiori rosa, rossi o bianchi a seconda della varietà, con petali lucidi, quasi laccati; poi, nel periodo estivo diventa un arbusto piuttosto anonimo per poi tornare a farsi notare in autunno, nel momento in cui si riempie di piccoli frutti gialli e profumati. Per far raggiungere alla piante le sue massime dimensioni ci vuole molto spazio e un tempo di 10/15 anni. Tuttavia singole piante possono venire coltivare a spalliera, come fanno gli inglesi, contro una parete o un muro di mattoni e, nel caso si tratti di varietà a fiori bianchi, si possono accostare loro ciuffi di Narcissus poeticus o un tappeto di Anemone nemorosa.

                                                              1_2_narcissus poeticus Narcissus poeticus
 Anemone nemorosa 'Wilks' White'

Anemone nemorosa

Il cotogno si può anche usare a gruppi di quattro o cinque esemplari, meglio se con fiori dello stesso colore per evitare effetti cromaticamente poco gradevoli, usati in massa rappresentano infatti una buona soluzione per coprire scarpate con terreni poveri o zone abbandonate del giardino. Dopo un paio d’anni dall’impianto non avranno più bisogno di cure. Il modo miglior di usare questo cespuglio resta nell’impiantarlo all’interno di una siepe mista informale.

All’inizio della primavera il cotogno ornamentale porta luce e colore in siepi formate da piante sempreverdi come Osmanthus fragrans, Photinia x fraseri, Pittosporum tobira, Ligustrum lucidum, ma anche essenze decidue come Viburnum opulus o Forsythia x intermedia.

2_1_Osmanthus_fragrans Osmanthus fragrans
2_2_PHOTINIA 

 

 

 

Photinia x fraseri

2_3_Pittosporum tobira Pittosporum tobira
2_4_Ligustrum lucidum Ligustrum lucidum
2_5_Viburnum opulus Viburnum opulus
2_6_Forsythia x intermedia

Forsythia x intermedia

Comunque, che lo si usi da solo, in gruppo oppure a siepe, bisogna fare attenzione a potarlo pochissimo e, dal momento che ha rami spinosi, a metterlo lontano da zone di passaggio e aree dove giocano i bambini.

Indicazioni colturali:

Esposizione. Chaenomeles x superba può venire facilmente coltivato in tutta Italia, fatta eccezione per i luoghi molto caldi e aridi. Ama il pieno sole, che favorisce una fioritura abbondante, ma tollera anche un po’ di ombra. Può vivere sia in posizioni aperte sia al riparo di muri e pareti.

Temperatura. Il cotogno ornamentale è molto rustico e resiste agli inverni freddi riuscendo a sopportare temperature sino a -15°C.

Terreno. Deve essere fresco e ben drenato, meglio se con pH neutro o subalcalino, e cioè intorno a 7 – 7,5. Con pH superiori, soprattutto in presenza di calcare, il cotogno ornamentale può manifestare fenomeni clorotici, le foglie tendono cioè a ingiallire.

Innaffiature. Nei due anni successivi all’impianto vanno regolarmente eseguite all’incirca ogni dieci giorni, dalla primavera all’autunno. In seguito, non sono più necessarie: la pianta diventa autosufficiente.

Messa a dimora. la si esegue dall’autunno alla primavera, purché il terreno non sia gelato oppure faccia molto caldo. Sul fondo della buca va messo stallatico in pellets; a operazione terminata, si esegue una pacciamatura tutto intorno al colletto con corteccia di pino o lapillo vulcanico allo scopo di conservare il più a lungo possibile l’umidità del terreno.

Concimazioni. nei due-tre anni successivi alla messa a dimora, in inverno, si distribuisce intorno al colletto, sopra la pacciamatura, stallatico pellettato oppure un ammendante organico compostato, vale a dire un terriccio ottenuto dal compostaggio di solo materiale vegetale.

Potatura. va eseguita solo se necessario, per diradare un cespuglio che abbia rami troppo fitti e intricati oppure per accorciare qualche ramo allungatosi eccessivamente. Si pota sempre dopo la fioritura e sempre in modo leggero.

Moltiplicazione. In primavera da rami di almeno due anni si prelevano talee semilegnose lunghe circa 20 cm, che vanno messe a radicare in un comune terriccio da giardino con l’aggiunta di perlitite.

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